CRITICHE

Il realismo di Mesini non si manifesta nell'imitazione materiale del mondo e delle cose, dei soggetti; egli non segue e non ci ripropone in modo prescrittivo nè troppo puntuale le forme della natura che abbiamo di fronte, ma ce le restituisce sotto una particolare luce, naturale ed interiore, che le deforma, rivelandoci la sua personale intuizione estetica. Per questo, l'osservanza scrupolosa di quelle forme si unisce alla libertà d'interpretazione, permettendogli di raggiungere un forte grado di intimità con ciò che nei suoi occhi si riflette.

I paesaggi, non sono quindi copie fotografiche dell' ordinarietà ritratta, ma vivaci creazioni artistiche.

E' questo il primo elemento dell' arte di Mesini dal quale affiorano tutti gli altri...Poichè, insieme all'abilità nel ritrarre con precisione gli aspetti della realtà, egli possiede anche quella di farlo con incisività espressiva, e per questo le sue opere si allontanano dal fotografismo rilevando profonda consapevolezza del linguaggio e dei mezzi.

Essi consistono nell'istantaneità e luminosità del colore, nella sicurezza del tratto, nella sapiente distribuzione delle luci e delle ombre.

Osservando i dipinti, abbiamo la sensazione di trovarci realmente di fronte a quell'albero, sotto quella finestra, di camminare lungo quella strada: il pittore ci invita ad entrare, ad addentrarci nelle sue visioni...

Chi guarda non può fare a meno di sentirsi appagato dalla scelta dei toni e dal loro contrasto e di sentire, nella loro armonizzazione, come gli scorci e i panorami siano messi in evidenza da un sapiente cromatismo e da segni precisi e al contempo vibranti; un linguaggio ricco di spontaneità non solo descrittiva ma narrativa.

Infatti, Mesini, non si limita all'analisi di "ciò che è fuori", ma intende restituirci l'atmosfera che lo ha ispirato nella creazione.

C'è quel senso di attesa nei suoi dipinti, come se non restassero immobili, l'artista non insiste troppo sulla loro apparenza superficiale, eppure realizza immagini di sicura unità stilistica.

La sua tecnica dà corpo ad una personale visione del reale e non ad una riproduzione; egli non si crogiola nel manierismo nè nei conformismi di una pittura paesaggistica da "principianti".

Per questi motivi, come paesaggista, come pittore delle cose del mondo, Mesini rappresenta un esempio ammirevole di creatore al tempo stesso tradizionale e moderno.

LAURA CAPUOZZO

storica e critica d'arte

 

 

Pavullese autodidatta si confronta con la realtà del territorio.

I soggetti dei suoi quadri riguardano scorci urbani e paesaggi naturalistici, interpretati con un criterio di rappresentazione fedele alla realtà.

Il colore che aderisce alla concretezza di case, strade, alberi e variegata vegetazione...

MICHELE FUOCO

critico d'arte e giornalista

 

 

 

Una pittura d' atmosfera in cui si intravede una linea di continuità con i grandi maestri dell' IMPRESSIONISMO FRANCESEuna pittura estetica o di sensazione che cerca di raccontare ciò che gli occhi colgono prima che il pensiero categoriale ingabbi l' oggetto di esperienza...

DANIELE BONDI

scrittore

 

 

Un eccitante bagno nella realtà che all' occhio e al cuore sensibile ed onesto ha tutto da insegnare...

ELIO MORANDI

fotografo

 

 

 

 

Lorenzo Mesini probabilmente definisce "realtà" la forma immediata e potremmo dire "ottica" delle cose. La realtà, nella sua pittura, è ciò che l'occhio vede. A partire da questo assunto il pittore registra, più fedelmente che può quel che l'occhio gli indica: le forme e i colori naturali, i manufatti dell'uomo, i segni delle variazioni climatiche e stagionali. Il pittore sarebbe quindi per prima cosa un osservatore, quindi un rilevatore del visibile. Si potrebbe obiettare allora: questa definizione più che a un pittore si attanaglia a un fotografo. 

 

...la sua scelta di dipingere la realtà come l'occhio la vede non è né semplice né risolta. Perché nel suo fare il pittore si incammina verso la forma visibile, affinando i suoi strumenti riesce persino a restituirla con una chiara riconoscibilità ( per cui un albero è un albero, un sottobosco è un sottobosco e una casa è effettivamente quella casa, così come noi li vediamo), e tuttavia aleggia sempre qualcosa di leggermente modificato in queste "forme note", nelle loro proporzioni vagamente inesatte, nei colori dal tono e dalla luminosità caricati di un grado oltre la misura diurna, indizi sufficienti a risospingere queste pitture dalla zona del realismo a una terra di mezzo tra l'ingenuità nativa e una dimensione impercettibilmente alterata, dove la realtà stessa diventa una visione.

PAOLO DONINI

Direttore dei Musei di Palazzo Ducale a Pavullo

 

 

La purezza e la brillantezza dei colori richiamano stilemi grafici e compositivi risalenti all'antica tradizione delle stampe giapponesi, che raffiora nel sofisticato decorativismo delle forme e nella contemplazione estatica della natura.

SERENA MARIANI PARMEGGIANI

Critico d' arte.

 

Ciò che egli mostra non è solo la registrazione di uno sguardo retinico e di quanto esso vede e memorizza, si tratta, invero, di una interpretazione che passa dal mondo interiore, dallo sguardo dell'anima, da quello delle percezioni emozionali che, spesso, caricano le immagini introiettate nell'inconscio di nuovo carattere.

Tale rafforzamento è ravvisabile nell'uso del colore, nel decorativismo tipicamente ottocentesco che, tuttavia, guarda anche ad esiti di Cezanne e nel ruolo di catalizzatore del rapporto tra luminismo e cromatismo.

Il reale dipinto da Mesini è consapevolmente ricco di afflato percettivo.

La ricerca estetica non tende nè al bello ideale nè ad una mimemis ancorata alla tecnica; il linguaggio dell'artista emiliano è vivido, libero di restituire sensazioni personali e di riversarle su ciò che lo circonda, in una narrazione espressiva calata in una peculiare atmosfera.

GALLERIA FARINI CONCEPT - BOLOGNA

Critica nel Catalogo di "Arte a Palazzo ", 2017 ,  presentato da VITTORIO SGARBI

 

 

La passione per la fotografia si unisce all'innata verve pittorica quando realizza i suoi tipici scenari di silenziose campagne, borghi romantici, paesaggi naturali, rigogliosi; ne risulta una composizione definita, limpida e ordinata che permette allo spettatore di avere davanti a sè un'ambientazione quasi fotografica e dopo un primo sguardo di insieme inizia a percepire dettagli e giochi prospettici del vicino/lontano , visualizzandoli poco a poco.

ANNA RITA DE LUCCA

curatrice de "La Corte Felsina" Bologna

 

 

Le sue opere esprimono uno stretto legame con i luoghi di appartenenza.

Con il segno Mesini tesse affetti anche con la realtà umana, con monumenti storici vivamente contemplati.

Il segno da forma solida alle costruzioni, al paesaggio, facendosi evidenza strutturale del senso concreto dell'immagine.

L'artista, che ha interesse anche per la fotografia, attribuisce al disegno valore autonomo di compiutezza compositiva.

MICHELE FUOCO

giornalista e critico d'arte in relazione alla mostra personale di disegni "CARTE"